La quarantena aumenta il rischio di violenza domestica e assistita”, è quanto denuncia Save the Children. Un dramma nell’emergenza.

Come già appurato da alcune statistiche e testate giornalistiche in Cina, durante la quarantena, crescono i casi di violenza domestica. L’instabilità economica e sociale, l’ansia e la paura del contagio, nonché la condivisione di piccoli spazi e le restrizioni, sono fattori che ingenerano un aumento degli episodi di violenza domestica.

In Italia, il fenomeno è pressoché simile. Per le donne vittime di violenza domestica sono sempre più limitate le occasioni per denunciare quanto subìto. Questo spiega la contrazione delle denunce di violenza registrata dal Procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella, a capo del pool fasce deboli di Milano, su Ansa.it.

Per fronteggiare questa emergenza, ieri è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione da parte del Governo. Fino al 3 aprile saranno programmati spot di promozione del numero 1522.

Come denunciare: il numero 1522

Il 1522 è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.

Il numero 1522 è collegato sia con le forze dell’ordine sia con il pronto soccorso. È raggiungibile:

  • tramite telefonata (chiamando il numero 1522);
  • tramite chat (disponibile al seguente link https://www.1522.eu/#);
  • tramite il sito internet;
  • tramite l’applicazione da scaricare sul proprio cellulare.

Il numero è gratuito ed è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.

L’accoglienza delle donne vittime di violenza ai tempi del corona virus

L’attuazione delle misure igenico – sanitarie di contenimento del virus COVID-19 riduce la capacità di ospitalità delle strutture di accoglienza delle vittime di violenza. Per tale motivo, lo scorso 21 marzo 2020 è stata diramata una circolare dal Ministero dell’Interno, “Polmonite da nuovo coronavirus (COVID – 19). Accoglienza donne vittime di violenza”, con la quale il Viminale invita i Prefetti a verificare sul territorio l’esistenza di ulteriori alloggi anche temporanei dove accogliere le vittime di violenza.

I Prefetti possono mettere a sistema le loro conoscenze con l’esperienza di associazioni e degli enti locali ed individuare eventuali soluzioni di alloggio ulteriori, anche temporanee, rispetto a quelle esistenti. Inoltre, i Prefetti, in virtù del decreto legge 17 marzo 2020, hanno il potere di requisire strutture alberghiere o altri immobili idonei per ospitare persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, quando queste misure non possano – come nel caso specifico – essere attuate nel domicilio della persona interessata.