Oggi dalle 10 alle 18 si vota sulla piattaforma Rousseau per l’entrata del Movimento 5 Stelle al governo Draghi. Scopriamo insieme le ragioni del Sì e del No!

Sono momenti concitati in casa 5stelle. Tra poche ore sarà concluso il voto cui sono stati chiamati gli attivisti e gli eletti del Movimento 5 Stelle iscritti su Rousseau.

Questo è il quesito: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica, e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”.

LE RAGIONI DEL SÌ

A supportare il Sì sono gli esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle: da Beppe Grillo, a Luigi Di Maio, a Roberto Fico fino a Giuseppe Conte.

In una diretta Facebook, Luigi Di Maio ha fatto sapere ieri il suo Sì al Governo Draghi. Lo ricorda anche stamane con un post breve ma incisivo: “IO VOTO SÌ, perché non esiste una maggioranza senza di noi. IO VOTO SÌ, perché dobbiamo difendere ciò che abbiamo costruito per l’Italia. IO VOTO SÌ, perché dobbiamo spendere al meglio i 209 miliardi del recovery plan conquistati in Europa grazie al MoVimento 5 Stelle.”

A esporsi è anche il Presidente della Camera Roberto Fico che motiva il suo Sì così: “Il momento delicato che il Paese sta vivendo ci impone una riflessione seria e un’assunzione di responsabilità. Come ha spiegato in modo estremamente chiaro il Presidente della Repubblica, non è pensabile in questo momento storico far precipitare il Paese verso le urne. Le responsabilità di cui dobbiamo farci carico riguardano non solo le emergenze in atto, ma anche la definizione del futuro. Si gioca tutto adesso, non domani.
Dobbiamo progettare l’Italia che verrà. Abbiamo la responsabilità e l’opportunità di scrivere una nuova pagina di ricostruzione.
Grazie soprattutto al lavoro del precedente governo ci sono sul tavolo i 209 miliardi del Recovery Plan. Andare al voto significherebbe perdere questo appuntamento con la storia. Astenersi, invece, vorrebbe dire non avere un ruolo, non poter agire in modo costruttivo per orientare le scelte, lasciando che siano altri a gestire il patrimonio del futuro delle prossime generazioni. Non ce lo possiamo permettere. Il MoVimento 5 Stelle, forza di maggioranza relativa in Parlamento, riveste un ruolo cruciale e deve fare la propria parte. Anche per difendere conquiste preziose come quelle ottenute in questi mesi: dal reddito di cittadinanza all’ecobonus. E migliorarle.
Il MoVimento è stata la più dirompente e innovativa forza politica degli ultimi dieci anni. Ha imposto nel dibattito e nell’agenda temi per troppo tempo ignorati dai partiti e si è fatto portavoce di una profonda esigenza di rinnovamento che arrivava dalla cittadinanza. Ha invocato con forza la necessità di anticipare il futuro, di non subirlo. E ora che il futuro deve essere progettato, ora che bisogna accompagnare la transizione energetica, ora che dobbiamo rafforzare capisaldi della nostra democrazia – come sanità, scuola e ricerca – non può tirarsi fuori. Deve essere parte attiva e propositiva di questo percorso”.

LE RAGIONI DEL NO

Contro il fronte compatto e cospicuo per il sì, vi è chi negli scorsi giorni ha organizzato incontri telematici in tutt’Italia per sostenere le ragioni del No.

Proprio pochi giorni fa si è tenuto il “V-Day” contro il futuribile Governo Draghi al quale hanno partecipato attivisti e alcuni Portavoce.

A capeggiare il fronte dissidente è Alessandro Di Battista che, in un post su Facebook, annuncia:

“Sia chiaro, non ho dubbi che il Professor Draghi sia una persona onesta, preparatissima ed autorevole. Questo non significa che lo si debba appoggiare per forza. Io contrasto Draghi non sul piano personale ma su quello politico. E, ripeto, non cambio idea. Oltretutto l’assembramento parlamentare che si sta delineando è l’antitesi della Politica. Vi invito, senza pregiudizi, a legger quel che scrivevo sul Professor Draghi il 31 agosto scorso.“Draghi non è cambiato, non si è convertito all’interesse generale, non ha preso coscienza delle perversioni del liberismo. D’altro canto un capitalista finanziario è per sempre. Semplicemente vuole fare il Presidente della Repubblica e per arrivare al Quirinale è disposto persino a guidare un governo di unità nazionale (Dio ce ne scampi) se gli venisse richiesto”. Sono parole che ho scritto cinque mesi fa. Le scrissi quando ebbi la sensazione che si stesse lavorando ad un governo Draghi. Ripeto. Si può rispettare un uomo anche facendo opposizione. Io la mia scelta l’ho presa, e vado fino in fondo”.