Perché i cittadini sono chiamati a votare per il taglio dei parlamentari?

Scopriamo insieme tutte le tappe della legge sul taglio dei parlamentari, dalla proposta, all’approvazione fino alla richiesta di referendum.

Il 20 e il 21 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne, in tutt’Italia, in occasione del referendum costituzionale, per approvare la legge sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum di tipo approvativo, in quanto gli elettori devono pronunciarsi sull’approvazione, o sulla bocciatura, di una legge costituzionale non ancora entrata in vigore. Il referendum, quindi, costituisce solo una fase eventuale del procedimento di modifica della Costituzione

Ex articolo 138 della Costituzione, si prevede che per la modifica della Costituzione siano necessarie due deliberazioni, cioè votazioni, da parte di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e l’approvazione in entrambe le votazioni con i voti di almeno 2/3 dei parlamentari. Qualora nella seconda deliberazione la proposta di legge costituzionale sia approvata non dai 2/3 dei parlamentari ma dalla maggioranza assoluta di essi (50% + 1), alcuni soggetti possono chiedere di sottoporre il testo di legge costituzionale ad un referendum popolare. L’iniziativa può essere assunta, entro tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, da:

  • 50.000 elettori
  • Cinque Consigli regionali
  • Un quinto dei membri della Camera o del Senato, purché tutti i richiedenti appartengano alla stessa Camera.

Scopriamo l’iter della legge

La proposta di legge sul taglio dei parlamentari è nata in Senato ove tre forze politiche differenti, per tramite dei loro senatori, hanno depositato tre differenti testi di iniziativa popolare (A.S. n. 214 di Quagliariello, A.S. n. 515 di Calderoli e Perilli e A.S. 805 di Patuanelli e Romeo), sottoposti all’attenzione del Senato il 10 ottobre 2018. A fronte di testi sostanzialmente simili, la Commissione Affari costituzionali del Senato il 19 dicembre 2018, ha proposto un testo unico che racchiude le tre proposte. Il testo, così risultante, è stato sottoposto alla votazione del Senato. Il testo, così risultante, è stato sottoposto alla votazione del Senato, che lo approva il 7 febbraio 2019 con 185 voti favorevoli, 54 contrari e 4 astenuti.

Il testo della legge passa, quindi, alla Camera dei deputati ove viene rinominato A.C. 1585 e sottoposto all’attenzione della I Commissione Affari costituzionali della Camera la quale il 27 febbraio 2019 nomina un relatore. Il 9 maggio la Camera dei deputati approva il testo della legge sul taglio dei parlamentari con 310 voti favorevoli, 107 contrati e 5 astenuti. 

Si conclude così la prima deliberazione di entrambi i rami del Parlamento. 

La seconda deliberazione ha avuto inizio a luglio[1]. L’11 luglio il Senato approva il testo sul taglio dei parlamentari con 180 favorevoli e 50 contrari. Il 30 luglio 2019 inizia l’esame del testo nella I Commissione Affari costituzionali della Camera, il quale si conclude il 1° ottobre 2019. L’8 ottobre 2019, la Camera dei deputati approva la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari con 553 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Il testo di legge costituzionale è, pertanto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 ottobre 2019, con il numero 240.

Nonostante il testo fosse approvato, 71 senatori hanno depositato il 10 gennaio 2020 la richiesta di referendum costituzionale presso la Cassazione. Il 23 gennaio 2020 la Cassazione ha dichiarato la richiesta conforme all’articolo 138 della Costituzione. Con l’approvazione della richiesta, il Consiglio dei Ministri ha fissato la data del referendum allo scorso 29 marzo. Tale data, a causa dell’emergenza Covid-19, è stata posticipata al prossimo settembre assieme alle altre consultazioni elettorali.


[1] Come previsto secondo Costituzione, la seconda deliberazione non può avvenire prima di tre mesi dalla conclusione della prima fase deliberativa.